Mi hanno chiesto al CAI una mia biografia breve ad un incontro sul brigantaggio.
Condizionato da un padre ingombrante (Cesare Curcio), che non ho conosciuto perché morto quando avevo 2 anni, ho creduto di emularlo facendo dell’impegno civico e politico un tratto della mia personalità e del mio modo di stare tra gli altri.
Come mio padre impegnato nei movimenti collettivi per l’occupazione delle terre in Sila, nel mio piccolo ho partecipato a diversi movimenti collettivi a cominciare da quelli studenteschi, ma anche per i diritti delle persone disabili.
Dopo la laurea in scienze politiche conseguita a Firenze, conseguita mentre il mio impegno civico era intenso anche in quella città, ho aderito a Cittadinanzattiva, l’organizzazione che aveva al suo interno i Tribunali per i diritti del malato. Un impegno costante e intenso, diventato una vera e propria impresa sociale, durato fino al 2000. Il lavoro consisteva nella gestione di un servizio di intervento e tutela per i diritti del malato chiamato PIT (Progetto Integrato di Tutela) che agiva in relazione stretta con gli URP (Uffici per le relazioni con il pubblico) delle aziende sanitarie calabresi e coinvolgeva tutte le associazioni di malati o di cittadini organizzati per la tutela della salute, presenti nel territorio calabrese.
Assieme a questo impegno nella sanità mi sono interessato anche di partecipazione civica nei comuni con specifiche ricerche e sono stato attivo protagonista di iniziative per istituire le primarie per la scelta dei candidati alle elezioni, per l’elezione diretta del difensore civico, per il sistema maggioritario, ho partecipato a movimenti ambientalisti e di cittadini per la chiusura di discariche inquinanti, contro il nucleare e la tutela dell’ambiente, non ho mai cessato di partecipare a movimenti per la lotta al superamento dell’handicap, ho dato vita presso una struttura di accoglienza diurna per malati di mente all'Associazione Pazza Idea
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Dal 2004 al 2009, circa, ho lavorato al Centro Servizi per il Volontariato dove trovarono utile le mie capacità relazionali e di intervento nel territorio a fianco alle associazioni di volontariato.
Nel 2010 ho scritto il libro Ciccilla. Storia della brigantessa Maria Oliverio del brigante Pietro Monaco e della sua comitiva. Da allora non ho mai smesso di fare ricerche sul brigantaggio nel casali di Cosenza e nel 2017 ho scritto con Paolo Rizzuti “Briganti Casalini” che prosegue la storia di Ciccilla e cerca di scoprire chi furono le vittime del fenomeno del brigantaggio.
Dal 2000 inizia un altro impegno costante: la cura di Pratopiano. Un territorio ricco di storia legato alla vicenda di mio padre e, contemporaneamente, caro anche a mio zio Pietro D’Ambrosio che ritrovò nelle sue ricerche archivistiche proprio a Pratopiano le tracce di due importanti briganti, Pietro Monaco e sua moglie Maria Oliverio alias Ciccilla.
L’impegno inizia con la creazione di un parco giochi per ragazzi subito trasformato in una base scout, proprio perché gli scout fanno dell’esplorazione la loro mission.
L’avvicinamento al CAI è stato consequenziale a queste esplorazioni che troppo spesso diventavano sentieri per valorizzare luoghi e storie.
Ho partecipato al Movimento per la fusione dei comuni di Casali del Manco e mi sono anche candidato a sindaco, sono risultato eletto consigliere e in questo ruolo ho dato il mio contributo nella definizione dello Statuto comunale.
Mi sono dimesso da consigliere dopo che il comune, nel DUP, ha dichiarato il suo impegno per la valorizzazione di Pratopiano ritenendolo in conflitto con i miei interessi privati
Nel 2018 ho partecipato al corso per diventare guida CAI.
Nota finale: è mia la definizione di sentiero nello Statuto comunale (art. 6 comma 4)
“[Il Comune] Considera il sentiero come mezzo per la valorizzazione del paesaggio. Promuove e valorizza la straordinaria rete dei sentieri presenti nel proprio territorio.”